La mia esperienza di crescita professionale è iniziata tra consegne sconosciute e sveglie vere…
Nino: la strada, gli errori, il rispetto
Fiorentini Antonio – per tutti: Nino – non ha iniziato con un piano. Ha iniziato con un errore.
In Verrini, dove ha lavorato per quattro anni, il terzo giorno gli affidarono 35 consegne in una zona sconosciuta. Nessuna mappa, nessun aiuto. Solo istinto e voglia di non mollare. A fine giornata, un responsabile gli disse: “O ti svegli o stai a casa.” Non era una minaccia. Era un segnale. E da quel giorno, Nino ha iniziato a svegliarsi davvero.
Poi arrivò Univex. Dopo appena tre giorni, un giovane supervisore lo allontanò. I clienti chiedevano di lui, e questo dava fastidio. Ma la verità venne a galla: fu richiamato da Alessandro Panizza, braccio destro del fondatore. Da lì, la fiducia crebbe. Si partì con tre mezzi. Con il tempo, rispetto e passione… Nino si vide affidare la gestione di 25 veicoli.
Ma in Univex, Nino non era solo un autista. Si occupava della gestione dei mezzi, del coordinamento delle consegne, del rapporto con i clienti. Quando c’era da risolvere un problema, mandavano lui. Quando un cliente si lamentava, mandavano lui. E quando c’era da effettuare le prime consegne nei nuovi punti vendita — come Mercatò, Conad o Coop — mandavano lui. Doveva capire dove si trovavano, come raggiungerli, come non sbagliare. Perché in certi momenti, serve qualcuno che non si perde.
In quegli anni, tre persone hanno lasciato un segno profondo.
Giorgio Bellantoni, figura di spicco e amico vero. “Quel maledetto giorno, alle otto di sera, cercava in tutti i modi di indicarmi i clienti. Non voleva lasciarmi solo.” Giorgio non era solo un collega. Era un maestro. Uno che ti insegnava il mestiere senza mai farti pesare l’errore.
Filippo Burzone, responsabile del Mercato Ittico di Savona. Per molti era un orso. Ma dietro quella scorza dura, c’era un uomo che voleva il meglio per chi ci credeva davvero. I suoi richiami erano investimenti. “Svegliati!” mi disse una volta. Filippo non c’è più, ma il suo modo di credere nelle persone… resta vivo in me.
Chicco Fiorentino — presenza silenziosa ma fondamentale. Fu lui ad aiutarmi anche con l’assunzione in Univex. Uno che non ha mai chiesto nulla, ma ha dato tanto. Un giorno, con la sua calma, mi disse: “Hai fatto grande gli altri. Ora fallo per te.” Non era un consiglio. Era un passaggio di testimone. E così nacque Unigroup Service. Due cognomi simili, ma il rispetto tra me e Chicco… non era un caso.
Il giorno del mio compleanno, i colleghi di Univex si presentarono in silenzio. In mano, una torta con una sola scritta: “La tua squadra.” Nessun discorso. Solo rispetto vero, guadagnato giorno dopo giorno. In quel momento, capii che non avevo solo fatto bene il mio lavoro. Avevo lasciato un segno.
Quando la storica azienda Verrini fu acquisita dal Gruppo MARR, e per me non ci fu più posto, non fu un crollo. Perché Unigroup Service esisteva già. Non era una vendetta. Era una risposta. Avevo preso tutto quello che avevo imparato — il mestiere, gli errori, le albe, i richiami — e l’avevo trasformato in qualcosa di mio.
“Il rispetto non si chiede. Si guadagna. E io l’ho guadagnato sul campo.”